Una notte nel deserto del Wadi Rum

Prima del nostro viaggio in Giordania non avevo neanche mai visto un deserto. Ecco perchè trascorrere addirittura una notte nel deserto del Wadi Rum era un’occasione da non lasciarsi scappare.

Il periodo non troppo caldo (fine novembre) e la Lonely Planet, che lo descriveva come meraviglioso, hanno fatto sì che fosse una tappa sicura nel nostro itinerario. Il ricordo delle dune rosso acceso, del cielo più stellato che mai e della gelida notte in tenda volevamo di sicuro portarcelo a casa.

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Il deserto del Wadi Rum Giordania

Come arrivare nel deserto del Wadi Rum

Per spostarci in Giordania noi abbiamo noleggiato un’auto. Siamo arrivati al Visitor Center del Wadi Rum dopo circa un’ora e mezza di guida, partendo di buon mattino da Petra. E’ stato un viaggio tranquillo: la Giordania è piccola e le distanze tra i vari luoghi turistici sono sempre piuttosto brevi.

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Non è consentito, ovviamente, entrare nel Wadi Rum con la propria auto, quindi l’abbiamo lasciata nel piccolo parcheggio adiacente e siamo entrati. Non c’era nessuno e abbiamo potuto informarci e scegliere con calma tra le varie soluzioni che il personale ci ha proposto.

Wadi Rum visitor center

Cosa fare e cosa vedere nel Wadi Rum

Abbiamo deciso di affittare un Pick-up con autista, il quale ci avrebbe scarrozzati fino al tramonto, mostrandoci i luoghi di maggior interesse. Ci avrebbe poi lasciati al campo tendato che io avevo già individuato da casa, dove avremmo trascorso la nostra notte nel deserto del Wadi Rum. Onestamente non ricordo quanto abbiamo speso per questo servizio, ma era sicuramente una cifra ragionevole.

Il nostro driver era un timido ragazzo giordano. Parlava un discreto inglese ed è stata una buona giuda. Prima di addentrarci tra le dune, ci siamo recati in una specie di take away poco lontano dal Visitor Center per acquistare il pranzo (compreso nel prezzo) che avremmo consumato successivamente.

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Tra le dune del deserto

Il paesaggio era davvero meraviglioso. La sabbia era di un rosso acceso, intervallata da formazioni rocciose, erose e modellate nel tempo dal vento. Siamo andati su e giù per le dune col pick-up e ci siamo fermati più volte per fare delle foto e camminare nella sabbia, nei punti più panoramici.

Il pranzo lo abbiamo consumato seduti per terra, all’ombra del pick-up: riso e pollo con l’aggiunta di qualche spezia. Il cibo non era niente di speciale, ma abbiamo scambiato 4 chiacchiere con l’autista e ci siamo goduti la location, unica al mondo.

Terminato il pranzo abbiamo ripreso il tour. Quando siamo arrivati vicino ad un gruppo di rocce alte quasi una decina di metri, l’autista ci ha chiesto di lasciargli la nostra macchina fotografica e ci ha invitati a salire in cima. Devo dire che la salita (o la scalata!) non è stata molto agevole (e ancora meno lo è stata la discesa!). Ma devo dire che ne è valsa la pena. E siamo stati immortalati dal nostro fidato autista, che ha sfoderato anche con una certa vena crativa!

Il tramonto nel Wadi Rum

Abbiamo capito che, per il tramonto, il nostro driver aveva il suo asso nella manica. Quando mancava circa una mezz’oretta si è fermato ai piedi di un roccione piuttosto alto, sul quale noi siamo saliti. Idea, a dire il vero, non molto originale, visto che c’erano già parecchi turisti, ma la vista era mozzafiato e, nel deserto, non è che ci siano molti view-point così privilegiati. Ci siamo seduti e abbiamo aspettato che iniziasse lo spettacolo del tramonto, in silenzio.

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Dove passare la notte nel deserto del Wadi Rum

Era ormai buio quando siamo arrivati all’ingresso del Rahayed Desert camp (ora lo trovate anche su Booking.com). Il timore di non trovare posto si è dissolto nel momento in cui abbiamo capito che c’erano 40 tende, ed eravamo solo 5 ospiti! Oltre a noi, c’erano una coppia di signori romani (simpaticissimi) e un ragazzo americano, che viaggiava da solo. Entrambi avevano noleggiato una macchina con autista ed erano piacevolmente stupiti del fatto che noi, invece, avessimo noleggiato solo la macchina.

Le tende

Il campo tendato era davvero scenografico! Le 40 tende, disposte in file ordinate, erano collocate a ridosso di un costone di roccia (come a ripararle dal vento) ed illuminate nel buio dalle luci disposte nei vialetti. 36 avevano il bagno in comune (un po’ stile campeggio) e 4, denominate “VIP”, avevano il bagno privato.

Rahayed Desert camp

Costi: circa 50€ per quelle standard e circa 70€ per le VIP. Noi abbiamo scelto una di quest’ultime. Erano spartane, ma spaziose e pulite (per quanto possa definirsi “pulita” una tenda in mezzo al deserto). E, ovviamente, molto suggestive.

La cena

Il Rahayed Desert camp era gestito da 4 ragazzi egiziani che si occupavano di tutto: dall’accoglienza (check-in e check-out), alla manutenzione, alla pulizia, fino al cibo. Non l’ho specificato sopra, ma nel prezzo del pernottamento erano comprese anche cena e colazione (ovvio, non ci sono alternative!).

Ci hanno proposto un buffet di semplici piatti locali, a base di riso, pollo e verdure. Non ci aspettavamo nulla di diverso e devo dire che sono stati sia cucinati che presentati con una certa cura. Quel giorno era il compleanno della signora romana e il marito, con la complicità del loro autista-guida, si era procurato una torta per fare una sorpresa alla moglie. Sono andata io in cucina a spiegare di portarla con le candeline accese (mentre noi italiani avremmo cantato la canzoncina), perchè nessuno aveva idea di cosa dovesse fare! E’ stato un momento davvero carino, che ci ha uniti tutti quanti, nonostante culture e usanze così diverse. I ragazzi egiziani sono stati simpaticamente al gioco, ma avranno pensato che noi occidentali a volte siamo piuttosto buffi. E io non me la sento di dar loro torto!

Dopo cena, quando la temperatura è scesa vertiginosamente, ci siamo radunati intorno al fuoco a bere the e a chiacchierare fino a tarda sera. E’ stata davvero una serata piacevole: una location unica e un’ottima compagnia.

I dintorni del campo tendato

Mio marito, appassionato di fotografia, sapeva che una notte nel deserto del Wadi Rum gli avrebbe fornito l’occasione di immortalare un cielo stellato come abbiamo visto poche volte (forse mai) nella vita. Si era portato l’attrezzatura giusta e, appena dopo cena, abbiamo cercato un punto appartato (dietro alla tenda ristorante, appena sopra una collinetta) dove piazzare il cavalletto. I ragazzi ci hanno fornito una torcia, ma eravamo talmente illuminati dalle stelle e dalla luna, che ne avremmo potuto fare tranquillamente a meno.

Mio marito non è mai soddisfatto dei suoi “lavori”; io credo ci siamo portati a casa delle belle foto. Di sicuro ci siamo portati a casa l’immagine di quel cielo e di quel deserto illuminato, che è ancora stampata nella nostra mente.

cielo stellato nel Wadi rum

La notte nel deserto del Wadi Rum

Il fuoco del dopo-cena non è stato solo un tocco romantico, ma una necessità! La differenza di temperatura rispetto al pomeriggio era enorme e ci siamo trovati un pochino impreparati a livello di vestiario.

Quando abbiamo deciso di andare a dormire, uno dei ragazzi che gestiva il campo ci ha chiesto se volevamo una coperta extra. Anzi, ci ha praticamente invitati a prenderla. Lo abbiamo fatto (anche se ci sembrava esagerato) e, una volta lontani dal fuoco, abbiamo capito che non esagerava affatto! Non so quanti (pochi) gradi ci fossero, ma sappiate che è stato impossibile, per me, togliermi i vestiti per infilarmi il pigiama. Alla fine ci sono riuscita, ma faticosamente, perchè l’ho fatto da sotto le coperte!

Non dimenticherò mai la sensazione di schiacciamento che abbiamo provato una volta infilati nel letto: 4 coperte sopra di noi, e non di leggera piuma! Ma sono bastate, alla fine, per far sì che la notte nel deserto del Wadi Rum possa essere considerata come una delle esperienze più belle della nostra vita di viaggiatori.

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